lunedì 10 febbraio 2014

Rachel - Ep. 3

di Daniela Pasiphae Coin

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Al Blue Cafè, Rachel ci era stata solo una volta, tanti anni prima. Frequentava un ragazzo di nome Andrea, italiano, muscoloso e non molto intelligente. Parlava male la sua lingua ma a Rachel piaceva perché, nonostante il suo aspetto mascolino, era dolce e la faceva ridere. Non durò molto perché Rachel è sempre stata una donna che, alla fine, non vuole essere davvero felice, serena e spensierata. Vuole avere dei problemi di cui occuparsi, vuole attenzioni. Vuole poter incolpare il mondo della sua infelicità o forse è proprio questo incessante incolpare a causarle tristezza ed insoddisfazione? Poco importa in fondo.

Entrò nel locale allungando un passo deciso, si guardò intorno ma non lo vide. Un secondo più tardi e si sentì sussurrare all'orecchio.
"Buonasera"
Si voltò di scatto. Era in piedi dietro di lei, quasi come l'avesse seguita.
Accennò un sorriso a labbra tese e si lasciò accompagnare a sedere.
Indossava un elegantissimo abito da sera, rigorosamente nero, con qualche inserto in strass Swarovski, disegnato da lei. Uno degli abiti più venduti e uno tra i più costosi. Il trucco, leggero, le esaltava gli occhi e sulle labbra solo un filo di rossetto color Ferrari.
Gli occhi di Rachel erano blu, come il cafè.

"Come stai?" le domandò guardandola attentamente mentre lei, per lenire l'imbarazzo, sfogliava nervosamente il menù.
Senza neanche alzare gli occhi gli rispose. "Molto bene, ti ringrazio!"
Lukas sorrise e prese ad osservare il menù con attenzione.

Rachel ordinò una crepe salata con salmone e formaggio mentre Lukas chiese bistecca e patate al forno. Dopo aver ordinato, Rachel si alzò elegantemente dal tavolo per recarsi alla toilet.
Lukas rimase solo al tavolo. Dapprima osservò la sinuosa figura allontanarsi dal tavolo, poi si guardò le mani e pensò fra sé che aveva davvero delle bellissime mani.
Rachel tornò dopo pochi minuti e provò un eterno imbarazzo nel percorrere la strada che la separava dal tavolo in quanto Lukas la osservò intensamente e non cessò quello sguardo così penetrante nemmeno quando sedette al tavolo.
Gli sorrise. "Perché mi guardi così?" gli domandò.
"Sono attento a te" rispose. "Magari sei abituata a frequentare persone che quando sono con te guardano il telefono o l'agenda, o che, invece di guardarti negli occhi, guardano dietro di te. O magari ti guardano la bocca mentre parli e pensano a cosa potrebbero dire per riportare l'attenzione su di sé e cercano abilmente di trovare il momento opportuno per intervenire nella tua conversazione ma senza sembrare che ti abbiano interrotta!"
Rachel pensò a José. Lui si comportava così con lei. Non era attento. Non era con lei.

"Sai Rachel" continuò "quasi tutte le persone che incontri fingono di interessarsi a te, ti chiedono come stai, ti fanno mille complimenti, ti sorridono, ti chiedono di uscire, ma a nessuna di queste persone interessa minimamente chi sei e come stai. A tutti interessa cosa puoi fare o essere tu per loro. Come puoi essere utile al loro ego, come puoi farli sentire meglio con la tua approvazione, con un tuo sorriso o con la tua compagnia."
A Rachel si spense la luce negli occhi, quella che la faceva sembrare a capo del mondo. Assunse un'aria spaventata, lo sguardo perso nel vuoto, forse ad immaginare tutte le volte in cui aveva creduto di essere importante per qualcuno, amata ed apprezzata, mentre in realtà faceva solo parte di un piano egoistico di qualcuno che aveva bisogno di sentirsi meglio.
"Siamo tutti profondamente soli, Rachel. Tu la senti la solitudine?"
Rachel tornò a guardare Lukas con aria attenta. Poi annuì.
"E la ritieni una cosa brutta?"
Rachel ci pensò, guardò in alto a destra e poi rispose.
"Penso di sì".
Lukas sorrise guardando dietro i capelli neri della ragazza. Il cameriere stava arrivando con le loro portate.
Mentre serviva al tavolo, lui continuò.
"Siamo tutti infinitamente soli. Non c'è alternativa alla solitudine. Prima lo si comprende e meglio si sta."
Prese il tovagliolo, lo dispiegò e se lo adagiò con cura sulle cosce. Lo stesso fece Rachel.
"Tutte le persone che vedi, te compresa, passano la vita a distrarsi. Farebbero qualunque cosa pur di non stare da soli con la loro solitudine. Ascoltarla. Sentirla. Capirla. E, infine, accettarla come parte dell'esistenza. La sola comprensione di questo fenomeno farebbe cessare la paura che si ha di esso, farebbe cessare l'insicurezza, la ricerca di protezione, e la violenza che attuiamo in ogni momento per cercare di possedere qualcosa che ci possa riempire."
Rachel tagliò la sua crepe e ne mangiò un boccone.
Lukas comprese che forse Rachel non era ancora pronta per quel discorso così cessò di predicare e, affondata la forchetta nella carne, ne tagliò un boccone ed iniziò la sua cena in silenzio.


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