domenica 30 gennaio 2011

Il passato è passato

di Daniela Pasiphae





Quando pensiamo a momenti passati, a bei ricordi o brutti momenti, a cose accadute prima del momento stesso che stiamo vivendo, di fatto stiamo immaginando qualcosa che non esiste.

Spesso, a seconda di quanto tempo è passato dall'avvenimento che stiamo ricordando, la situazione legata a quel ricordo è già mutata. E dunque, quando ci pensiamo, dobbiamo sapere che stiamo rivivendo una cosa che non esiste.

Per questa ragione sarebbe lo stesso, per chi dotato di fervida immaginazione, inventare da zero nella propria mente una situazione (ad esempio il nostro idolo della tv che ci invita a cena), viverne ogni songola sensazione ad occhi chiusi, provando ad immedesimarsi mente e corpo, e sentirla come vera e realmente accaduta.

Questa proiezione è, di fatto, sullo stesso piano di un ricordo che, anche se esistito nella realtà trascorsa, non è più attuale.

Vi sarà capitato di avere un ricordo nella vostra mente che non sapete se, in realtà, è veramente accaduto o se è stato solo un sogno, un racconto d'infanzia da voi proiettato mentalmente, o una bugia di quando eravate bambini, talmente convincente da sembrarvi reale.

Ecco, ogni volta che noi pensiamo ad un tempo trascorso, a qualcosa che non sia quello che stiamo vivendo in quel preciso momento in cui stiamo esistendo, attuiamo lo stesso meccanismo di quando immaginavamo, da bambini, cose che non erano mai accadute, raccontandole a tutti come reali e finendo per crederci.

Per la stessa ragione, e senza troppe spiegazioni, lo stesso vale per i pensieri proiettati nel futuro.



venerdì 7 gennaio 2011

Il bello della coppia

di Fabio Volo


“E cosa c’è di bello nella coppia scusa?”
“La complicità, il senso di appartenenza. A me, per esempio, piace conoscere una persona a memoria”
“Come ti piace conoscere una persona a memoria? E la routine? La monotonia? Che cos’hanno de bello?”
“No, non parlo di routine o monotonia, ma di sapere a memoria una persona. Non so come spiegartelo, è come quando studi le poesie a scuola, in quel senso intendo a memoria”
“Questa non l’ho capita”
“Ma si dai, come una poesia. Sai come si dice in inglese studiare a memoria? By heart, col cuore. Anche in francese si dice par coeur… ecco, in questo senso intendo. Conoscere una persona a memoria, significa, come quando ripeti una poesia, prendere anche un po’ di quel ritmo che le appartiene. Una poesia, come una persona, ha dei tempi suoi. Per cui conoscere una persona a memoria significa sincronizzare i battiti del proprio cuore con i suoi, farsi penetrare dal suo ritmo. Ecco, questo mi piace. Mi piace stare con una persona intimamente perché vuol dire correre il rischio di diventare leggermente diversi da se stessi. Alterarsi un po’. Perché non è essere se stessi che mi affascina in un rapporto a due, ma avere il coraggio di essere anche altro da sé. Che poi è quel te stesso che non conoscerai mai. A me piace amare una persona e conoscerla a memoria come una poesia, perché come una poesia non la si può comprendere mai fino in fondo. Infatti ho capito che amando non conoscerai altro che te stesso.