giovedì 10 ottobre 2013

Stanza 101 (6 episodi)

di Daniela Pasiphae






30 Settembre 2013

IV° GIORNO



Nella stanza 101 i primi tre giorni non sapevo di esserci dentro

Nella mia stanza 101 non ci sono topi.

Ci sono stata e ci vado spesso.


La mia stanza 101 è vuota.

E’ una cella di isolamento dove so che ci sono entrata da sola.

Una cella di isolamento da dove so che posso uscire quando voglio.

Una cella di isolamento da cui provo a uscire, ma poi non esco.

Una cella di isolamento da cui non voglio uscire.

Una cella di isolamento che, per quanto vuota, so com’è fatta.


Ve la descrivo.



Nella stanza 101 non c’è nulla.

Nella stanza 101 ci sono cose che non voglio.


Nessuna sicurezza, nessun conforto.

Nessuna carezza, nessun gesto d’affetto.

Nessun pericolo. Non c’è morte a meno che non la voglia io.

Non c’è nessuno che mi fa del male a parte me stessa.

Nella stanza 101 è pieno di gente,

ma io non la vedo.


Nella stanza 101 faccio quello che voglio.

Non faccio quello che le persone vogliono che io faccia.

Finalmente, nella stanza 101, soffro.


Sì, soffro tantissimo. Tanto.

Nella stanza 101 decido di soffrire e soffro.

Nella stanza 101 nessuno mi può dire che non posso soffrire.


L’ho deciso io. Non l’hanno deciso gli altri.


Nella stanza 101 faccio quella cosa che non ho mai fatto.

Fuori dalla stanza 101 ero un’altra cosa,

una persona che piaceva a quasi tutti.

Fuori dalla stanza 101 facevo quello che non volevo.


Facevo la brava persona. Facevo quella che era felice.

Ma nella stanza 101 faccio quello che voglio.



Nella stanza 101 mi vogliono tutti bene,

ma nella stanza 101, non ditelo a nessuno,

nella stanza 101 io posso odiare.



Nella mia stanza 101

lasciatemi soffrire.





01 Ottobre 2013
V° GIORNO



Nella stanza 101 più fai luce e più è buio.


Nella stanza 101 oggi abbiamo delle cose da dire,


ma non le vogliamo dire.


Nella stanza 101 ci moltiplichiamo,


parliamo in terza persona.


Nella stanza 101 non vogliamo colpe.






Nella stanza 101 non si mangia da giorni,


così si soffre meglio e sembra più reale.






Nella stanza 101 è difficile confessare le proprie colpe,


è difficile farlo in prima persona. Ma ci provo.






Nella stanza 101 mi accorgo delle cose malsane.


Nella stanza 101, prima di uscirne, devo accorgermi


che ci sono entrata io e che ci voglio rimanere.






Vi spiego.




Nella stanza 101 desidero che le persone che dico di amare


soffrano. Non mi rincuora la loro sofferenza,


c’è di più, sono molto più furba di così.


Nella stanza 101 la gente che soffre poi, forse, viene da me.


Qui dentro, se sfrutto la dipendenza e il bisogno altrui,


poi desidero che questa loro sofferenza permanga.


Nella stanza 101 possono entrare solo persone dipendenti da me


così non se ne possono andare.


Nella stanza 101, se se ne vanno, soffro le mie paure.


Abbandono, inadeguatezza, convinzione ferma di:


non meritare amore


essere sbagliata


essere indegna.






Nella stanza 101 vedo un papà che saluta figlia e moglie,


le lascia scorrere verso la scuola e il lavoro,


fa ciao con la manina, sorride felice,


rientra in casa e chiama l’amante.






Nella stanza 101 vedo quello che sono,


una persona senza niente al mondo


che cerca redenzione uccidendo intorno.






Nella stanza 101, se guardo proprio bene,


rischio che poi io ne esca.


E non mi va.






Nella stanza 101 non mi va proprio di dirvelo,



perché in realtà non ci credo nemmeno,



che uso le persone e quindi che non so amare,



che non so ricevere,



ma solo comprare e vendere.




Nella stanza 101 ve lo posso dire:



sto qui dentro perché devo dimostrare a tutti che esiste l’amore vero,



quello del principe azzurro, quello della gente che muore per amore.



Sto qui dentro perché non mi va proprio giù che l’amore sia un’altra cosa.



Nella stanza 101, se ti amo, io mi annullo e ti do tutto e tu,



nella stanza 101, devi fare lo stesso. Devi essere dipendente.



Nella stanza 101, se vuoi stare qui dentro con me,



se vuoi fare l’amore con me, devi darmi il peso dei tuoi problemi.



In cambio di questo, e di sesso e abbracci, io ti do i miei problemi



e mi faccio carico dei tuoi, ma solo perché non mi abbandoni.



Nella stanza 101 c’è condivisione



nell’atto di rovesciare problemi nel vuoto dell’altro.





Nella stanza 101, se per caso stai un po’ bene e mi abbandoni,



io desidero che tu stia male e che torni da me.





Sono dentro questa stanza, qui dentro funziona così.





Ah ma con chi sto parlando? Te ne sei andato,



non giochi più? Sei sicuro che non vuoi?




Sei uscito o hai solo cambiato stanza?










02 Ottobre 2013

VI° GIORNO







Oggi, nella stanza 101, si è incazzati.


Tanto.


Vi piace essere incazzati? No, vero?


Se siete incazzati, fuori dalla stanza 101, le persone non vi vogliono bene.


Se siete cattivi, se mostrate quello che siete,


avete paura che nessuno vi voglia. Non è così?






Allora vi insegno come fare, se volete.


Nella stanza 101, se volete potete.






Non potete perdonare se prima non ammettete di essere arrabbiati.


Non potete arrabbiarvi se non accettate di essere delle brutte persone.


Non potete essere delle brutte persone se non accettate di restare soli con voi stessi.





Io sono una brutta persona.


Mentre lo dico non ci credo perché ho un ego da difendere


però controllo, guardo i fatti, cosa penso e faccio ogni giorno.


Faccio del male intorno e in primis a me.






Giudico. Me e tutti quanti, quindi, facciamo questo gioco.


Facciamolo fino in fondo.






La vita è ingiusta.


Io sono una brava persona


gli altri sono cattivi.


Tutti sono opportunisti


io no.


Tutti non mi amano


io sì.


Quella cosa è sbagliata


io l’avrei fatta meglio.






Dalla stanza 101 cerco di uscire perché non mi piace qui.


Ma cerco una stanza uguale alla 101.


Cambio l’arredo, ma cerco sempre una stanza.


L’arredo lo immagino io, la stanza 101 è vuota!









06 Ottobre 2013

X° GIORNO






Nella stanza 101 oggi è entrato Dio, mi ha teso la mano


io l’ho guardata e, nella stanza 101, ho rinunciato.






Nella stanza 101 ho scelto di soffrire ancora.


Sebbene la strada per la gioia sia più semplice di quanto io creda


(almeno così dicono) ho scelto di camminare ancora nella 101.






Nella stanza 101 l’Angelo di Dio mi ha indicato la Via.


Nella stanza 101 ho guardato l’Angelo di Dio e l’ho giudicato.


Nella stanza 101 l’Angelo di Dio è un mostro approfittatore,


non è vestito di bianco, non è candido e puro.


Nella stanza 101 gli angeli di Dio sono esseri umani,


persone come me che compiono atti orribili da giudicare.


Nella stanza 101 l’Angelo di Dio mi chiede di fare cose che non voglio,


l’Angelo di Dio dice che vinceremo le paure, che


combatteremo il Drago. Nella stanza 101 c’è un Drago.







Il Drago della stanza 101 è sempre stato mio amico.


Io sto nella stanza 101 perché c’è lui da accudire.






Nella stanza 101 c’è un gran da fare.


C’è da costruire cinta murarie e torrette. Non ci sono eserciti,


ma tanti, tantissimi, livelli di cinta da costruire,


da riparare, da non lasciar sgretolare.


Fuori ci sono tante cose. Fuori dalle mura, fuori dalla stanza 101,


c’è qualcosa che non conosco. Ho Paura!


Fuori dalla stanza 101 forse c’è qualcosa che può farmi del male.


Forse potrei morire. Allora resto nella stanza 101.


Qui, nella mia stanza 101, sono sola.


Così sola che a volte vorrei smettere di esistere.


Ma non posso far entrare nessuno perché forse,


se entra qualcuno nella stanza 101, poi forse,


nella stanza 101, mi faranno del male.


Nella stanza 101 è meglio crepare di solitudine


piuttosto che rischiare che qualcuno entri.


Qualcuno di cui ho paura, anche se non lo conosco.


Qualcuno che, nella stanza 101, forse può uccidermi.


Nella stanza 101 abbiamo un labirinto di mura e a loro difesa


un invisibile esercito di orgoglio e vanità.


Un invisibile esercito che mi protegge da ogni razzia.






Non toccatemi, mi date fastidio.


Non siate felici, cercherò la vostra tristezza.






Non amatemi, io vi odio.






Nella stanza 101, nel momento in cui vi entrate,


nella stanza 101 siete ladri, bugiardi, approfittatori,


nella stanza 101 da dieci giorni non entrano nemmeno gli anatroccoli.


Nella stanza 101 prima entravano i cuccioli indifesi.


Da dieci giorni, nella stanza 101,


dopo che un cucciolo mi ha staccato il cuore a morsi,


non entra più nessuno, abbiamo triplicato le mura.






Nella stanza 101, se vuoi avvicinarti, non puoi.


Nella stanza 101 non potevi già prima,


se vuoi una parte di me, nella stanza 101,


avrai solo quella fintissima recita.






Nella stanza 101 mandatemi una persona che provi ad amarmi.


Fuori dalla stanza 101 ritroverete un cadavere dissanguato.










07 Ottobre 2013

XI° GIORNO



Cosa succede quando ti accorgi che il tuo sistema di valutazione che applichi sulle persone e sul mondo è fallimentare?






Nella stanza 101 puoi non pensarci e continuare a dare la colpa fuori.


Puoi guardare gli altri e dire che sono brutti, che hanno sbagliato,


nella stanza 101 puoi dire che tutto dipende da te se hai letto qualche libro


o se qualche guru ti ha detto che Tu crei la tua realtà


Ma nella stanza 101 io continuo a dare la colpa a te


dicendo che è colpa mia e che potevo fare diversamente.






Hai capito? Qui, nella stanza 101, si dicono cose,


cose che sono una l’opposto dell’altra


e si crea sofferenza nel tentativo di giustificarle entrambe!







Nella stanza 101: fuori tutti!


Non mi fido che di me stessa!


No aspetta, cosa dico, non mi fido neanche di me!


Allora, aspettate un attimo, rientrate, mi occorre qualcosa,


nella stanza 101 mi servono verità, punti di riferimento,


nella stanza 101 creo distrazioni, aiutatemi!






Nella stanza 101 ci ero entrata pensando di guardarmi in faccia,


ma non ci sono specchi che riflettano qualcosa che mi piace.


Nella stanza 101 si riflettono solo menzogne, bugie, mostri apocalittici.


Nella stanza 101, fatemi guardare bene, così posso valutare.






Nella stanza 101


posso applicare il mio sistema di conoscenza del bene e del male.


Allora diciamolo! Nella stanza 101 esiste il bene e il male.


Nella stanza 101 ci sono cose belle e brutte e chi traccia la linea di confine?






E’ TUTTA COLPA VOSTRA!


Nella stanza 101 qualcuno sta di qua della linea del male,


qualcuno sta di là. Tu ieri eri qui con me e oggi sei il nemico.


O forse lo sei sempre stato.






La principale attività, qui dentro, è quella di stabilire cosa sia giusto e cosa no.


O giocate a questo gioco o siete delle persone cattive.


Anzi, nella stanza 101, se entri per dirmi che non esiste il bene e il male,


se entri qui dentro per dirmi che è solo mente, che è solo pensiero,


se lo fai, qui, nella MIA stanza 101, io cerco di farti giudicare.


Vieni ti insegno, è facile. Tutti ti fanno del male, prova. Vedrai, vedrai anche tu.


Nella stanza 101, se hai voglia di guardare, non puoi che vedere il male.


Nella stanza 101 vedi il male e non lo vuoi. Vedi il bene e non lo vuoi.






Si passano interminabili anni nel tentativo di far combaciare il pensiero.


Fare questa attività è utile in quanto si riesce a non guardare sé stessi.


Quando, nella stanza 101, impiego tutto il tempo per giudicare,


per pensare a cosa è bene e cosa è male,


nella stanza 101 posso concedermi anche il lusso di non guardare.






I mostri infernali, decapitati uno dopo l’altro,


addobbano le pareti della stanza 101.


Ogni testa è caduta per permettere alla mia di sopravvivere.


Ogni cadavere dissanguato si è donato in nome della finzione.






Nella stanza 101 è pieno di trappole.


Ognuna di queste ha uno scopo preciso.


Qui dentro, quanto più sono cattivi gli altri,


tanto più sono buona io.


Nella stanza 101 se muori tu, vivo io.







09 Ottobre 2013

XIII° GIORNO



Questi due giorni nella stanza 101


abbiamo giocato a chi ha ragione e chi ha torto.



Nella stanza 101 le cose sono tutte scollegate,


si può ascoltare una persona senza ascoltarla,


si può baciare un uomo senza senza sentire le sue labbra,


si credere di poter scegliere di pensare ma si rimane di fatto scollegati.



Nella stanza 101 non decido mai io (io chi?)


Nella stanza 101 decide chi c’è in quel momento.


Nella stanza 101 ci sono sempre due mostri:


uno vive nella pancia e l’altro sopra la testa e intorno al collo.



Vi racconto come sono fatti, magari li conoscete.



Il mostro che abita nella pancia di solito dorme.


Disturba poco, si sveglia solo in alcuni periodi.


Si sveglia solo quando il mostro che vive sulla testa si agita tanto.


Quando si sveglia, non fa altro che dimenarsi tutto il giorno.


Sembra a volte che mi stia mangiando l’addome,


che si stia ingrassando. Che si stia dimenando.


Questo mostro si agita e si nutre di paure.


Solo queste possono dargli sufficiente energia per muoversi.


Quando si muove, si contorce e grida,


a volte manca il fiato. A volte


quasi non si riesce a mangiare, a dormire,


a sorridere.



L’altro mostro vive sulla mia testa, intorno al collo e sulle spalle.


Si sposta, ma è sempre lì.


E’ pesante e parla in continuazione.


Mi dice le cose che devo fare, mi dà sempre tanti consigli.


Mi dice i perché di qualsiasi cosa, sa sempre gestire la situazione.


Ha tutto sotto controllo, è affidabile. Tenerlo con me è rassicurante.


Non è facile camminare con tutto quel peso sulle spalle,


pesa davvero tanto tanto. Però ne vale la pena.


Ogni posto in cui vai, ogni cosa che fai, è prevista. Lui la sa.


La conosce. La sapeva prima e sapeva cos’era, com’era fatta,


il peso da darle. Tutto. Mi dice di chi e cosa mi devo fidare.


Sì beh tante volte non mi fa fare delle cose che mi piacerebbero,


però è utile. Magari quelle cose mi avrebbero fatto male!


Il mostro che mi vive sulla testa non vuole che io muoia.


E poi sa un sacco di cose, sarà per questo che pesa così tanto!


Non riesco mai a correre, a saltare e a giocare,


perché è davvero troppo pesante.


Tutto questo sapere pesa tantissimo.


Però vuoi mettere quanto si sta più al sicuro quando si sanno tutte le cose?



Come dici? Se sbaglia mai?


Beh, …..ovviamente no!




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